Un appezzamento vitato a Pinot Nero, in Oltrepò, all’ombra del castello di Montalto Pavese, è la sfida intrapresa da papà Diego e figlio Alessandro Duilio che, eredi di quel fortunato fazzoletto di terra si sono trasformati da coltivatori di uve in produttori di vino. Un ettaro e mezzo recitano le tre etichette sulle poche migliaia di bottiglie prodotte: un Metodo Classico Brut, un Rosato fermo e l’ultimo nato, un Extra Brut con 40 mesi di affinamento sulle spalle, tutti solo da Pinot Nero, ovviamente.
Infondono nel loro vigneto tutta la sapienza di generazioni di viticoltori e quella che Alessandro si è guadagnato frequentando l’Istituto Agrario Gallini, a Voghera.
Al loro ettaro e mezzo dedicano ogni brandello di tempo libero dal lavoro “altro” che consente loro di vivere. Interi weekend e lunghe sere primaverili ed estive, trascorse con la zappa, unico antidoto all’erba intorno ai tronchi, spollonando, scacchiando, sfemminellando, diradando, cimando, defogliando.
La scelta primaria, antecedente a quella di vinificare, è stata di convertirsi ad agricoltori Bio aderendo a quel sistema globale tutto teso al rispetto delle risorse naturali, di uomini e fauna, della biodiversità.
Il risultato è bello ricercarlo, e trovarlo, nei calici, espressione elegante e molto rappresentativa del Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese.
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