Il Metodo Classico

La raccolta dell'uva

Sapevate che il primo Metodo Classico italiano è nato nel 1865 dalle uve oltrepadane? Carlo Gancia, dall’Astigiano, sceglie il Pinot Nero, di un territorio fino al 1959 piemontese (o meglio, parte integrante del regno di Sardegna), per avviare il business delle bollicine gettando le basi del futuro impero.

All’epoca lo spumante prodotto secondo le procedure codificate da Dom Pérignon può ancora chiamarsi alla francese, tant’è vero che, l’ingegner Domenico Mazza, secondo in assoluto in Italia dopo Gancia, inizia a spumantizzare a Codevilla il suo Pinot nero (siamo nel 1870) e lo chiama Champagne. Sarà lo stesso Mazza a usare poi, a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento, l’espressione “metodo champenois”.  

Tale denominazione sarà possibile nel nostro Paese fino al 31 agosto 1994. Ovviamente sulle orme dell’ingegnere-enologo di Codevilla si pongono presto altri imprenditori della zona. Nasce a Casteggio la SVIC grazie alle intuizioni di quattro personalità di rilievo nel contesto oltrepadano, quattro soci che si chiamano Ballabio, Odero, Sernagiotto e Riccadonna. La SVIC è stata la prima cantina a puntare interamente sulla spumantizzazione, vale a dire sulla specializzazione produttiva spinta, dati i tempi, all’estremo.

Quando Odero, Sernagiotto e Riccadonna prenderanno altre strade resterà Angelo Ballabio a portare avanti il discorso dello spumante in Oltrepò, emulato negli anni Trenta del secolo scorso dalla Cantina La Versa e poi dalla Malpaga di Canneto, dei fratelli Pontiroli.

Abolito per legge comunitaria (1994) il termine champenois, oggi parliamo di O.P. Metodo Classico che, nel 2007 ha ottenuto la Docg, nelle versioni O.P. Metodo Classico e O.P. Metodo Classico Rosé (almeno 70% Pinot Nero, percentuale che, nel caso sia indicato Pinot Nero in etichetta, sale ad almeno l’85%). La produzione di Metodo Classico è in continua ascesa, le bottiglie prodotte, nel 2023, sono in totale 559.093 con la stragrande maggioranza di O.P. Metodo Classico Pinot Nero. Non numeri da vertigine, considerato il potenziale, ma in crescita esponenziale che, nel settore delle bollicine da rifermentazione in bottiglia, ha visto nel decennio 2011-2022 un’impennata del + 149%.