Danilo Nembrini sembra avere avuto il destino segnato: i suoi genitori hanno acquistato il Ristorante Pineta l’anno in cui è nato. Sono quindi cresciuti insieme, in un tutt’uno di storia personale, familiare e di accoglienza. Sullo sfondo il borgo di Fortunago, uno dei primi dell’Oltrepò Pavese inseriti tra i Più Belli d’Italia, le valli Coppa e Ardivestra, con le peculiarità di vite l’una, di dolci ondulazioni a seminativi l’altra, la torre di Stefanago, la pianura giù in fondo, delimitata dalle Alpi.
Sullo sfondo, ancora, la tradizione dei salumi, il vino delle cantine amiche, le ricette di sempre, i prodotti dell’orto, le ricorrenze, le festività, le estati movimentate, quando in città l’afa estiva è insopportabile e qui, a circa 500 metri, le brezze resistono e le ore si dilatano.
Un piccolo mondo dal quale Danilo è partito, per formarsi alla scuola di Auguste Escoffier, per collaborare e imparare nelle cucine di altissimo livello in tutto il mondo, per partecipare a trasmissioni televisive di successo. Un piccolo mondo al quale è tornato con la valigia piena di esperienze utili a elevare i piatti della tradizione oltrepadana a specialità a prova dei più esigenti gourmet.
Oggi chef Danilo Nembrini, docente di Tecnica Professionale di Cucina presso l’Enaip Lombardia a Voghera, è coadiuvato al Pineta da Silvia e Nicola, giovani cuochi che crescono alla pratica di risotti, paste ripiene fatte in casa, arrosti e cacciagione, funghi e tartufi, dolci e torte secondo le antiche ricette.
A Danilo si deve l’aver portato l’agnolotto tipico del posto, col ripieno di stufato, alla ribalta della cronaca per essere entrato nel Guinness dei Primati con l’agnolotto più grande del mondo.
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