

Emozioni d’Oltrepo con i video del Portale Oltrepo Pavese
Emozioni d’Oltrepò… l’Oltrepò raccontato attraverso le parole delle persone…
Emozioni d’Oltrepò… l’Oltrepò raccontato attraverso le parole delle persone…
Un territorio, l’Oltrepò Pavese, si può raccontare, narrare, anche attraverso immagini, video e parole. Con Emozioni d’Oltrepò il Portale vuole cercare di fare questo attraverso la pubblicazione dei post di TEAM OLTREPO e i video realizzati dal Portale Oltrepo Pavese e/o per le aziende presenti. La video gallery è curata direttamente dalla Redazione del Portale Oltrepo Pavese che incorpora i video del canale Youtube del Portale, video che vengono realizzati anche per le imprese presenti sul Portale stesso. Video in cui si racconta anche la storia, l’agricoltura, le tipicità dalla voce diretta dei protagonisti.
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In questo appuntamento di “Sapori in Cucina”, il Portale Oltrepo Pavese incontra Piera e Michela del Ristorante Selvatico a Rivanazzano Terme che presentano la video-ricetta Involtini di Vacca Varzese alla “Vecchia Maniera”, che recupera un’antica preparazione tipica della tradizione in cucina dell’Oltrepò Pavese, con al centro prodotti veri e genuini del territorio. Il sommelier Carlo Aguzzi propone in abbinamento il Pinot Nero Riserva 110 Noir La Genisia di Torrevilla e guida alla degustazione.
La ricetta degli Involtini di Vacca Varzese alla “Vecchia Maniera”
Ingredienti per 4 persone
12 fettine di controfiletto di Vacca Varzese dell’azienda Aietta Casale Staffora
200 g. di pane grattugiato raffermo
200 g. di Pizzocorno grattugiato (in mancanza si possono utilizzare 100 gdi Grana Padano Dop e 100 g di Pecorino Dop)
80 g. di cipolla tritata fine
6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di uvetta
1 cucchiaio di pinoli tostati
8 foglie di alloro
sale q.b.
Procedimento
Stendere su un piano di lavoro le fettine di carne e insaporirle leggermente con del sale. Versare 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una padella e farvi stufare la cipolla, aggiungere poi del pane grattugiato e farlo insaporire insieme all’uvetta e ai pinoli. Allontanare dal fuoco, unire al composto il formaggio e mescolare bene. Stendere una cucchiaiata di farcia sulle fette e arrotolarle ad involtino. Oliare una pirofila da forno e allinearvi gli involtini intercalandoli con una foglia di alloro. Spennellare con l’olio e spolverare con la restante farcia. Infornare a 180°C per i primi 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 160°C per altri 20 minuti.
Note finali
In primavera questo piatto viene servito su un letto di Barba di Frate, in estate su un purè di melanzane, in autunno su un purè di Zucca Berrettina, in inverno su un letto di polenta Ottofile. La ricetta compare già nel “Libro de Arte Coquinaria” di Martino da Como, considerato il padre della Cucina italiana del Rinascimento.
Abbinamento
Torrevilla, Riserva 110 Noir La Genisia, Oltrepò Pavese D.O.P.
Pillole di Viticoltura – La messa a dimora delle barbatelle – Cantina Torrevilla
La predisposizione di un nuovo vigneto inizia ancora prima di mettere a dimora le barbatelle. Il viticoltore deve innanzitutto individuare la tipologia di vitigno più adatto al terreno e alla sua esposizione e di conseguenza decidere la tipologia di prodotto finale che vuole ottenere, definendo il “sesto d’impianto”, ovvero la distanza da pianta a pianta e da filare a filare. Il “sesto d’impianto” determina la densità per ettaro delle piante nel vigneto: nel caso di alcuni vitigni, con una bassa densità il vigneto si produrrà meno uva ma di qualità superiore; per contro, con una densità elevata, ne verrà prodotta di più a scapito della qualità – casi diversi riguardano uve come la Croatina, che invece necessita di densità meno elevate, prediligendo poi potature più lunghe. Il “sesto d’impianto” in alcuni casi viene definito anche dai disciplinari dei vini come requisito per poter ottenere una specifica Denominazione.
Le barbatelle, che prendono il nome proprio dalla loro parte radicale, sono piccole, ma già vere e proprie viti, composte dal “portainnesto” e dal “nesto” ed uniti fra loro dall’innesto. Il portainnesto è un tralcio di vite americana resistente alla filossera ed è la parte che andrà interrata, mentre il nesto è la parte che svilupperà la chioma e la tipologia di produzione. L’innesto si rese necessario oltre un secolo fa a causa della comparsa in Europa della filossera, parassita che attaccando l’apparato radicale della vite europea è in grado di distruggere un vigneto in pochi anni. Dopo lunghi studi si capì che la vite americana era molto più resistente alla filossera rispetto a quella europea e pertanto fu adottata come portainnesto. Il terreno che ospiterà il nuovo vigneto deve generalmente essere prima lavorato in profondità (scasso) con un’aratura di circa 100 centimetri, in modo da migliorarne il drenaggio e la porosità, e successivamente con erpice e/o fresatrice per renderlo omogeneo. Si procede quindi con una tracciatura geometrica del terreno, delimitando l’andamento dei filari con delle piccole corde e segnando sul terreno dove saranno posizionate le barbatelle.
In Oltrepò Pavese la messa a dimora avviene solitamente all’inizio della primavera: prima viene recisa parte dell’apparato radicale delle barbatelle, che vengono poi interrate per tutta la lunghezza del portainnesto. Questa operazione, detta appunto “messa a dimora” o “trapianto” può avvenire manualmente oppure con l’ausilio di mezzi meccanici. Nonostante la piantumazione manuale delle barbatelle sia un lavoro faticoso e laborioso per il viticoltore, che deve usare attrezzi della tradizione come “la forchetta”, questa rimane una tecnica di lavorazione molto diffusa, che consente di piantare la barbatella nel terreno affinché il buco creato dalla forchetta medesima possa chiudersi in profondità, permettendo alla radice di aderire saldamente al terreno.
Il trapianto eseguito meccanicamente si è sviluppato soprattutto negli ultimi 25 anni: inizialmente era una tecnica per la messa a dimora di vigneti di elevate estensioni, poi, con la progressiva diffusione e il perfezionamento delle macchine, anche per il trapianto di piccole superfici. Il trapianto meccanico ha il vantaggio di eseguire una messa a dimora molto più rapidamente rispetto al sistema manuale e di ottenere una piantumazione regolare delle barbatelle, fondamentale per assicurare l’uniformità di sviluppo del primo anno di vegetazione.
Pillole di Viticoltura – Cantina Torrevilla – terzo episodio “La manutenzione del vigneto”
Ad illustrare una delle manutenzioni che tutti gli anni viene fatta in vigneto è Massimo Barbieri e il figlio Roberto che oltre essere soci della Cantina sin dalla sua fondazione, attualmente Massimo ricopre l’incarico di Presidente.
La manutenzione del vigneto in questo terzo episodio illustra il “rimessaggio” dei pali e dei fili di ferro che sostengono i tralci e che sopporteranno la vegetazione della vite sino alla vendemmia. Questa operazione viene effettuata in vigneto ogni anno poiché il peso della vegetazione della vite, dell’uva, le lavorazioni e gli eventi atmosferici, in particolare il vento, portano al deterioramento dei materiali, pertanto ogni anno vanno ripristinati ed eventualmente sostituiti. Un tempo queste operazioni venivano effettuate tutte manualmente, oggi alcune sono state sostituite da attrezzature meccaniche che agevolano il lavoro del viticoltore.
Pillole di Viticoltura – Cantina Torrevilla – secondo episodio “Legatura capo a frutto”
Dopo il primo episodio dedicato a “La Potatura”, si passa alla “Legatura del capo a frutto”. Un’operazione figlia di una tradizione che in Oltrepò Pavese passa di generazione in generazione, necessaria per garantire una buona omogeneità nella crescita dei germogli. Protagonisti di questo secondo episodio, i soci produttori di Torrevilla Ezio e Leonardo Ghia, per i quali le operazioni in vigneto non sono solo un lavoro, ma una vera e propria passione!
La Potatura ramificata della vite
Claudio Brunelli “Mastro Potatore” spiega nel dettaglio la crescita naturale della vite e la tecnica della potatura ramificata col Metodo Simonit&Sirch, tecnica che mette in atto nei vigneti di Prime Alture Winery
Pillole di Viticoltura – Cantina Torrevilla – Primo episodio “La potatura”
In questo primo episodio “La Potatura” ti raccontiamo per filo e per segno le operazioni del viticoltore nei suoi vigneti, impegnato a dare nuova vita e nuova forma alla vite dopo il gelo invernale, preparandola alla primavera. A raccontarlo è Giuseppe Semino, la cui famiglia da 80 anni conferisce le uve a Torrevilla e cura con amore e dedizione i suoi vigneti di 5 ettari, la sua “seconda casa”.
In volo sull’Oltrepò Pavese
Le ricchezze del territorio dell’Oltrepò Pavese viste dall’alto sorvolando castelli, chiese, centri storici, colline ricamate da vigneti… Oltrepò Pavese dove gli occhi parlano al Cuore
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