Vitigni e clima

Vitigni in Oltrepò Pavese

Unicum in Italia, nella continuità dei 12.066 (dati di settembre 2023) ettari di vigne che si estendono dall’alessandrino al piacentino, in dolce successione, l’Oltrepò si avvale di un clima continentale che poco risente delle brezze marine, seppur vicine, da sud, perché bloccate dall’Appennino. È stata proprio questa caratteristica climatica di inverni freddi e primavere precoci, a realizzare accidentalmente alcune tipologie di vino, il Bonarda frizzante, ad esempio. Anche l’Oltrepò risente del globale andamento climatico con temperature tendenzialmente in crescendo, ciò nonostante la biodiversità presente intorno ai vigneti riesce a garantire condizioni ancora ottimali.

Viti a bacca nera

2816 ettari

Pinot nero

2.816 sono gli ettari coltivati a Pinot Nero, superficie che fa dell’Oltrepò Pavese la terza zona al mondo (dopo Borgogna e Champagne) produttrice di quest’uva. Autoctono della Francia, dove è attestato nel XIV secolo, in Oltrepò è arrivato nel 1850. Qui ha trovato un ambiente pedoclimatico idoneo a fargli esprimere la capricciosità, l’estrema sensibilità che lo rende capace, più di ogni altro, di trasmettere le proprietà del microcosmo nel quale vive. Difficile trovare due Pinot Nero uguali. Oltre al fil rouge delle caratteristiche che lo contraddistinguono, si avvale delle molte variabili di terreno, posizione, esposizione, piante intorno, per trasformarsi in vini dalla forte personalità.

3000 ettari

Croatina

Su oltre 3.000 ettari vitati, è ancora la Croatina, l’uva maggiormente prodotta in Oltrepò Pavese, frutto di un vitigno tipicamente lombardo di cui si trova traccia, nella zona di Rovescala, già nel Medioevo. È quindi, a tutti gli effetti, un autoctono di queste valli. Molto robusto e resistente, dai grappoli caratteristici, grandi e alati, maturi in epoca di vendemmia avanzata, si ottengono vini dal colore molto intenso, primo fra tutti, il Bonarda, nome che ha creato qualche confusione per la presenza, nel vicino Piemonte di un’uva che porta questo nome. È spesso usata anche in uvaggio per l’apporto di colore e morbidezza ai vini.

1600 ettari

Barbera

L’Oltrepò Pavese è Vecchio Piemonte, i territori geografici, non conoscono i confini voluti dalla politica, non c’è da stupirsi, dunque, se il terzo vitigno coltivato in Oltrepò Pavese, su oltre 1.600 ettari, sia il Barbera. È considerato un vitigno molto affidabile, per la vigoria e la produzione costante, predilige i terreni argillosi, rustico si può affermare, eppure, il vino ottenuto dalla vinificazione in purezza, che molti chiamano secondo tradizione La Barbera, al femminile, sa essere avvolgente e sempre presente nelle carte, grazie alla duttilità che lo vede vino giovane, anche frizzante, o corposo dal lungo affinamento in legno. Le uve di Barbera concorrono spesso, in uvaggio o blend, alla creazione di vini ai quali apportano acidità e alcolicità.

1400 ettari

Pinot grigio

Restando sulle uve a bacca nera, può stupire la vasta produzione di Pinot Grigio (1.400 ettari circa) che, più diffuso a macchia di leopardo nel mondo, non è meno difficile del cugino in veste nera. Unico vitigno a bacca grigia, in Oltrepò è vinificato quasi esclusivamente in bianco, ed è apprezzato per l’eleganza, l’acidità e i sentori speziati. 

Uva Rara

Segue, per estensione vitata, Uva Rara (165 ettari), che deve il suo nome locale al grappolo spargolo, solo raramente vinificata in purezza (ne esistono versioni anche in rosa molto interessanti, nonostante si tratti di un’uva scarsamente acida e tannica), mentre il suo utilizzo in uvaggio è diffuso nella quasi totalità dei vini più prestigiosi del territorio ai quali apporta la gradevolezza di molti sentori di frutti. 

Vitigni minori

Intriganti anche le produzioni di Cabernet Sauvignon (117 ettari), Merlot (80 ettari), Vespolina (19 ettari). Questa, chiamata localmente Ughetta di Canneto, concorre all’uvaggio del Buttafuoco, è molto particolare, matura prima delle altre e dunque, se raccolta al giusto punto di maturazione e vinificata in purezza, rivela tannini verdi, persino un po’ sgradevoli. Così non è se vinificata in leggera surmaturazione, condizione che si verifica nelle vigne dove convive con Barbera, Uva Rara e Croatina. Come in ogni concerto che si rispetti, nel quale ogni strumento apporta la propria sonorità, nell’uvaggio, l’Ughetta ha il suo timbro espresso in irrinunciabili sentori di pepe dovuti alla notevole presenza di rotundone (studi approfonditi hanno dimostrato la presenza di questa molecola 35 volte superiore alle altre uve nere). 

Viti a bacca bianca

955 ettari

Riesling italico e renano

Nel mondo delle uve a bacca bianca, la palma d’oro per la superficie vitata, va al Riesling Italico (955 ettari), presente sul territorio dal primo periodo post fillossera e da distinguersi dal Riesling Renano che, pur essendo un vitigno che dà molta soddisfazione e declinato in bottiglie sempre più importanti capaci di lungo invecchiamento, attesta la presenza in un vigneto complessivo di 185 ettari. 

844 ettari

Moscato

Importanti sono le distese di viti da uve aromatiche. Il Moscato Bianco (844 ettari), prodotto con successo da tempi lontanissimi, ha il suo apice di risultato qualitativo nelle vigne di Volpara dove ha trovato un ambiente pedoclimatico particolarmente favorevole ai risultati eccellenti universalmente riconosciuti. 

387 ettari

Chardonnay

Al secondo posto nella quantità di uve bianche prodotte, si posiziona l’internazionale Chardonnay (387 ettari che trova in queste terre le condizioni ottimali per dare il meglio di sé in freschezza, sapidità e piacevolezza. Utilizzato in basse percentuali per “ammorbidire” le asprezze dello spumante da Pinot Nero, è spesso vinificato in purezza nella versione ferma.

93 ettari

Cortese

Sono solo 93 gli ettari vitati a Cortese e, vien da sé, che siano distesi nella zona più occidentale dell’Oltrepò Pavese, quella più simile al vicino Piemonte. Il Cortese Oltrepò Pavese è una Doc che prevede almeno l’85% di quest’uva a cui può essere aggiunto il 15% di altre uve a bacca bianca prodotte sul territorio e non aromatiche.

Vitigni minori

Oltre a questi vitigni, che rappresentano, la parte più voluminosa della produzione vitivinicola, esistono altre tipologie (Malvasia, Muller Thurgau, Sauvignon Blanc, Merlot, Syrah) che confermano, per i risultati ottenuti, la grande vocazione viticola di questo grande lembo di terra.