Club del Buttafuoco Storico

Il Club del Buttafuoco Storico è nato il 7 febbraio 1996 con le intenzioni di salvare uno dei patrimoni vinicoli più antichi e radicati dell’Oltrepò.
Tradizionalmente figlio di una lingua di terra che fa capo a sette comuni (Broni, Castana, Canneto, Cigognola, Montescano, Pietra de Giorgi e Stradella), tagliata in due dal 45° parallelo e delimitata dal corso di due torrenti ( Versa e Scuropasso), il Buttafuoco si ottiene dall’uvaggio di Croatina (50%), Barbera (25%), Ughetta di Canneto(15%) e Uva rara (10%).

Varietà autoctone da sempre coltivate nelle vigne che sono, oggi, il nome sulle etichette. Vigna Borlano, Vigna Pitturina, Vigna Catelotta, Vigna Solinga, Vigna Montarzolo o Vigna Rognone, sono vigne e vino nel contempo, raccontano le caratteristiche uniche di terreni e microclima che fan sì che non esistano due Buttafuoco identici, così come non esistono due individui perfettamente uguali.

Le regole che i produttori si sono imposte sono molto rigide. La resa non può superare i 48 ettolitri per ettaro, la raccolta va fatta esclusivamente a mano, scegliendo i grappoli uno a uno.
Il vino deve maturare in botti di legno per almeno dodici mesi e affinarsi in bottiglia per altri sei.
Può essere venduto solo 36 mesi dopo la raccolta. Una commissione di assaggio valuta se può essere numerato e venduto come Buttafuoco Storico nella classica bottiglia con il veliero in rilievo, simbolo del club. Il risultato è un vino di colore rosso rubino carico, con un profumo intenso e ampio e sentori fruttati.

Al palato esprime grande ricchezza di gusto e spessore. Ha una lunga persistenza gusto-olfattiva e nel complesso risulta passionale e intrigante.

Sull’onda della moda del cugino Barolo, prodotto nella versione “chinato”, la sfida, raccolta da alcuni produttori di Buttafuoco, è stata quella di ripristinare la tradizione locale del “Buttafuoco Chinato” personalizzando la ricetta i cui componenti possono essere noti, ma solo in valori percentuali rigorosamente top secret.
Ingrediente comune ed essenziale, che dà il nome al prodotto, è la corteccia di China Calissaia alla quale si aggiungono essenze di erbe, cortecce, radici e spezie, anche in numero di venti e più.
Si ottiene un vino dalla forte personalità e dall’alto grado alcolico, uno di quei vini cosiddetti “da meditazione”, godibili come fine pasto o nei momenti dell’amicizia, accostandoli al cioccolato.