Gelindo replica, il 5 gennaio al Teatro Barnabiti

Gelindo, 1968. Archivio famiglia Buzzi
2 Gennaio 2025

La commedia sarà riproposta al Teatro dei Padri Barnabiti, in via Garibaldi a Voghera, domenica 5 gennaio 2025, alle 20.45.

Molto più che un personaggio della tradizione orale, Gelindo, che per primo arriva alla capanna di Betlemme, ha attraversato, nel costume piemontese, oltre quattro secoli, si dice, ancora di più, se lo si considera nell’antichissima attitudine del popolo italiano di raccontare drammaticamente la ricorrenza religiosa, riassumendo anche ciò che l’arte figurativa non riusciva a trasmettere.

Al Gelindo come noi lo conosciamo, la città di Alessandria, dove rappresenta la tradizione teatrale più antica e duratura, dedica in questo natale 2024, una mostra fotografica (a La Buvette di Palazzo Monferrato fino al 12 gennaio), per celebrare i 100 anni dalla prima rappresentazione, il 25 dicembre 1924.
Protagonista della Divota Cumedia, il pastore-contadino, il cui nome richiama il gelo invernale, uomo bonaccione, semplice e testardo, ingenuo, difensore delle usanze, è stato oggetto, nel 1973, della tesi di laurea di Gabriella Buzzi (1951 – 2022) dedicata al padre Beppe Buzzi e dal titolo Il Gelindo nella tradizione teatrale piemontese. La Buzzi, oltre ad approfondire il valore antropologico del personaggio nella sua opera e nel suo contesto sociale, svela la diffusione della tipica rappresentazione anche a Voghera e nell’Oltrepò Pavese.

La versione odierna del Gelindo fu scritta da don Carlo Testone (sacerdote del tortonese) in 4 atti solo per oratori maschili, prima in italiano poi in monferrino. Divenuto arciprete a San Pietro Martire, chiesa del borgo di Casteggio, il Testone ne portò la tradizione in tutte le parrocchie dell’Oltrepò.

La trama della commedia si sviluppa intorno alla fantomatica necessità del protagonista di partire dal Monferrato e raggiungere Betlemme per il censimento indetto dall’imperatore romano Ottaviano Augusto. La sua partenza è però continuamente intralciata da situazioni più o meno paradossali. Il pastore vorrebbe partire ma ogni volta dimentica qualcosa o torna indietro per fare raccomandazioni alla moglie di cui non si fida (da qui Gelindo ritorna, detto di persona che cerca di fare qualcosa ma torna sempre sui suoi passi senza aver concluso niente).
Dopo una serie di esilaranti traversie, finalmente riesce a partire e a raggiungere Betlemme dove incontra Giuseppe e Maria che aiuta nella ricerca di una sistemazione per la notte. Quando, successivamente, vede la cometa intuisce che non si tratta di una situazione ordinaria. Decide quindi di tornare indietro (ancora una volta!) per vedere il bambino e portare dei doni.

I padri Barnabiti nel 1925 sono stati i primi, a Voghera, ad accogliere lo spettacolo con la compagnia Angelo Baschiera, portando poi in scena la sacra rappresentazione per più di 40 anni. Buzzi raccoglie il testimone nel 1969 sempre con il testo di don Testone recitato in monferrino, diventando un tutt’uno con il personaggio, fino a confondere il confine tra protagonista e interprete.

Nel 1975, Padre Giovanni Maria Tognazzi, cappellano della RAI e padre cappuccino a Varzi, porta a Buzzi il suo Gelindo, un Gelindo che rompe gli schemi di Don Testone. Buzzi accetta di lavorare sul nuovo copione in cui si incontrano nuove situazioni e nuovi personaggi: compaiono quelli femminili come Alinda, la moglie di Gelindo e le figure sacre come Maria e Giuseppe. Anche i luoghi cambiano: la storia si svolge dai dintorni di Betlemme a quelli di Voghera, dalla monarchia di Erode alla repubblica di Pertini.

Un testo nuovo per una Voghera che ne decreta il successo, anche per le scenografie e i costumi già costruiti dalla Rai appositamente per la compagnia di Novara del padre cappuccino. Le musiche di Nino Rota e poi successivamente di Luigi Giudici accompagnano la commedia donando alle scene e agli intermezzi, una più intensa atmosfera natalizia.

Il Teatro alle Grazie, con Buzzi al centro della scena, porta ai vogheresi la tradizione popolare piemontese tramutata da Buzzi-Tognazzi in tradizione popolare vogherese. Nel 2007 il passaggio è alla Compagnia Fuoridicopione che ogni anno recita Gelindo mantenendo l’ormai tradizionale regia del maestro Buzzi.

Giovedì 26 dicembre 2024, ore 20.45
Teatro Padri Barnabiti – Via Garibaldi, 158
Gelindo
Compagnia teatrale amatoriale Fuordicopione 
Informazioni: Tel. 348.0809369335.6786936

foto di copertina: Gelindo 1968
(archivio Buzzi)
da sinistra Tirsi (Angelo Malaspina)
Medoro (Angelo Sessa)
Narciso (Giorgio Macellari)
Gelindo (Beppe Buzzi)
Maffeo (LIno Gugliada)