Bosco Longhino

Bosco Longhino, toponimo allusivo della località più vocata per la produzione del vino rosso, lambita da un bosco che resiste a rappresentare la biodiversità tanto preziosa per la famiglia Faravelli, ha storia molto antica. Parte dal 1895, attraversa le due guerre mondiali e si riconverte al vino durante il boom economico quando aumenta l’estensione vitata a scapito di seminativi ed altre colture.
Negli anni ’70 Tullio Faravelli impianta i primi vigneti di Pinot Nero che gli danno grande soddisfazione e vende le uve alla crescente industria dei bianchi della Valle Versa.

La svolta si è avuta dal 2008, quando Marco, insieme ai figli Massimiliano e Greta che rappresentano la quarta generazione, ha indirizzato la produzione all’ottenimento di vini d’eccellenza.
L’azienda, rifondata secondo nuovi obiettivi produttivi ed etici, è dunque oggi sinonimo di una qualità apprezzata non solo in Italia ma anche in Europa e negli Stati Uniti, in particolare a New York.

Uve di Pinot Nero, Croatina, Barbera, Riesling, Pinot Grigio, Moscato, Chardonnay, coltivate con cura e vinificate nel massimo rispetto, sono trasformate in una bella varietà di etichette, emblema di un territorio generoso e sfaccettato, espresso nei tradizionali Buttafuoco, Sangue di Giuda, Bonarda ma anche in eleganti versioni di spumanti, bianchi fermi e frizzanti.

Negli ultimi anni gli sforzi sono stati rivolti specialmente alla produzione di Spumante Metodo Classico, dando vita ad una nuova linea, denominata Casto, per sottintendere la purezza e il carattere deciso delle bollicine prodotte da uve Pinot Nero.

Casto è il risultato di uno scrupoloso lavoro di cura e selezione che ha inizio nel vigneto, totalmente in conversione biologica (oltre 40 ettari, di cui 15 dedicati alla coltivazione di Pinot Nero), e segue in cantina, coniugando l’impiego delle più moderne tecnologie enologiche al rispetto delle più antiche tradizioni del nostro territorio, la fermentazione in bottiglia.