Ed ecco una storia al profumo di biscotto. A primavera tornava, come le viole nei fossi, e il desiderio di gambe nude, tolte le ruvide calzamaglie, il rito delle feste religiose. Vestiti d’organza e scarpe di vernice, cerchietti nei capelli e, al collo… una ghirlanda di ciambelle! Erano i “Brasadè”, la cui produzione a Staghiglione, in Oltrepò Pavese, aveva raggiunto, verso la metà dell’Ottocento, dignità di professione: lo dimostrano alcune cartelle esattoriali per il pagamento della tassa d’esercizio che riportano la dicitura “Ciambellaio”.
Se la ricetta non è mai stata riportata in forma scritta è forse perché il Brasadè non è mai stato considerato un vero e proprio dolce, ma solo uno spezzafame di uso puramente familiare. Anche la facile reperibilità degli ingredienti, presenti in ogni cucina (farina, olio o strutto, poco zucchero e un pizzico di sale), giustifica la frugalità del biscotto. La cottura, prima in acqua bollente e poi al forno, permetteva alle ciambelle di mantenersi a lungo e sempre appetitose.
La vera tradizione, ripresa dal disciplinare della De.Co., vuole che i Brasadè non possano essere venduti appena sfornati, ma che debbano essere passati in forno una seconda volta per un’ulteriore cottura dolce che, pur non alterandone il colore, li rende più croccanti e friabili.
Sono venduti, sempre come la tradizione vuole, legati in collane di undici pezzi secondo uno schema rimasto identico da decenni: cinque ciambelle sono infilate con la parte piatta rivolta nello stesso verso e altre cinque con la parte piatta in verso opposto.
L’undicesima è usata come fermaglio e ad essa si legano i capi dello spago; così formata la collana, e appesa all’estremità opposta della ciambella fermaglio, presenta tutte le ciambelle con la parte piatta rivolta verso il basso.
Dettaglio, questo della formazione delle collane, non trascurabile, che rimanda all’abitudine di regalarle ai cresimandi. Assurgevano a elemento decorativo di un giorno di festa che sarebbe diventato indimenticabile, l’aspetto estetico non poteva essere lasciato al caso.
Oggi i Brasadè di Staghiglione sono prodotti in un unico forno artigianale in località Schizzola. Ancora è possibile trovarli in qualche panetteria o sui mercati dei centri vicini ma si dubita che, un prodotto così radicato alle umili origini di questo lembo di terra, potrà mai essere ampiamente commercializzato. Il senso della De.Co. ottenuta è, al contrario, di invito agli avventori ad assaggiarle in queste valli ancora incontaminate.
L’appuntamento è per la sagra che da qualche anno vede i Brasadè protagonisti il lunedì di Pasqua.