Stradella faceva parte dell’Associazione Nazionale Città del Pane che, nata ad Altopascio in provincia di Lucca nel 2002, raccoglieva 50 comuni italiani di 15 regioni, interessati alla valorizzazione dei pani tipici legati al loro territorio e alla tutela della qualità del pane.
Purtroppo il sodalizio è stato sciolto nel 2023, dopo diversi anni di inattività, ma continuano a prodursi i pani tradizionali, simbolo di territori e di civiltà.
Il miccone fa parte delle tipologie di pani bianchi, molto comuni nella bassa padana. Inizialmente prodotto soprattutto a Stradella, Broni e Casteggio, si è diffuso in tutta la provincia. Si conserva per diversi giorni (oltre la settimana), ed è uno di quei pani che acquista bontà se consumato “vecchio” di un paio di giorni (un vecchio adagio popolare consigliava: il pane di un giorno, il salame di dodici mesi e la ragazza di vent’anni).
Prodotto in origine con farine di grano tenero e integrale, era ad uso e consumo dei contadini che potevano dedicarsi alla panificazione una sola volta alla settimana. E da questa necessità, con i dovuti accorgimenti, si riusciva ad ottenere un pane di lunga durata.
Oggi gli ingredienti per il miccone pavese non sono cambiati: farina di grano tenero, acqua, lievito naturale e sale. L’accortezza, di cui ancora ci si avvale, sta nell’uso del lievito naturale e nella lavorazione: l’impasto deve essere lavorato a lungo e lasciato lievitare una prima volta, quindi lavorato ancora fino ad ottenere una pasta tenera.
Se ne ricavano forme tondeggianti che s’incidono trasversalmente sulla parte superiore e si lasciano lievitare ancora per diverse ore. Trascorso questo tempo il pane deve essere cotto nel forno ben caldo.